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Le zeppole di San Giuseppe: il dolce della Festa del papà
Marzo 16th, 2017 11:43 am     A+ | a-

Le zeppole di San Giuseppe sono così chiamate perché, nella tradizione pasticciera di pressoché tutte le regioni del Centro-Sud Italia, sono associate alla celebrazione della Festa del Papà, il 19 marzo, che nel calendario nostrano coincide con il giorno dedicato, appunto, a San Giuseppe.


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Zeppole di San Giuseppe: le origini

Un primissimo antenato delle zeppole di San Giuseppe esisteva già nell’Antica Roma; in epoca romana, il 17 marzo era il giorno dedicato alla celebrazione delle Liberalia, la festa dedicata al Liber Pater, ovvero il dio della fecondità e dei vizi. Oltre ai fiumi di vino, durante i festeggiamenti venivano preparate delle tipiche frittelle di farina di frumento, cucinate allo scopo di conquistare la benevolenza della divinità.

Sono evidenti i punti di convergenza tra la festa del papà e quella delle Liberalia: innanzitutto la calendarizzazione delle due feste, poste a soli due giorni di distanza fra loro (rispettivamente, il 17 e il 19 marzo); quindi la figura posta al centro del momento sociale, in entrambi i casi, seppur con sostanziali differenze formali, stilistiche e simboliche, quella del padre; infine, l’evidente similarità tra le frittelle distribuite nell’Antica Roma con le zeppole odierne, da considerare a tutti gli effetti delle frittelle (o ciambelle quando cotte al forno).

Curiosità: appare alquanto insolito che una portata così intensa e gustosa sia diventata tipica del periodo quaresimale (spesso presentata anche ai festeggiamenti carnevaleschi insieme alle chiacchiere), periodo che secondo il calendario cristiano è dedicato alla purificazione dello spirito e alla rinuncia delle seduzioni carnali. La spiegazione è fornita dalla leggenda: si dice, infatti, che San Giuseppe avesse la passione per i cibi fritti, cui si dedicava nel tempo libero come cuoco; le zeppole sarebbero un omaggio alla curiosa inclinazione mangereccia del santo.


La storia (confusa) della nascita delle zeppole

L’invenzione, se così si può dire, delle zeppole, è confusa e contesa tra più territori. L’unica cosa certa è che si tratti di un dessert di provenienza centro-meridionale. La tesi più accreditata è quella secondo cui esso sia un dolce di origine conventuale; molto probabilmente è una ricetta partenopea nata nel XVIII secolo presso il Convento di S.Gregorio Armeno (o in quello di Santa Patrizia) a Napoli, anche se c’è chi sostiene che sia stata concepita per la prima volta nella città di Lucca, più precisamente, nel Convento delle Monache della Croce.

Basandoci sulle testimonianze scritte, la prima prova risale al 1837 e ne dà notizia l’esperto culinario e cuoco napoletano Ippolito Cavalcanti, Duca di Buonvicino.


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L’etimologia del nome

Neppure sulle origini del nome esistono notizie certe. Una tesi particolarmente accreditata fa risalire il nome ‘zeppola’ alla parola latina serpula, dal latino ‘serpente’, per via della forma della ciambella, che suggerisce la stilizzazione di una serpe chiusa in se stessa formando un cerchio (evocazione dell’esoterico serpente che si morde la coda).

Un’altra versione assegna la paternità del nome alla città di Napoli, più precisamente al termine dialettale zeppa, un tipo di sostegno in legno utilizzato per correggere eventuali imperfezioni degli oggetti da mobilio. Qui è chiaro il riferimento alla figura di San Giuseppe e alla sua professione di falegname.

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