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Dalla Polonia a Parigi fino a Napoli: come nacque il babà
Agosto 29th, 2016 10:24 am     A+ | a-

Il babà, o babbà, è il dolce tipico di Napoli, uno dei simboli della città e orgoglio cittadino, esportato e riconosciuto in tutto il mondo. In pochi, però, sanno che le origini del gustosissimo dolce al forno con il rum ha origini piuttosto antiche e distanti da quella che è la realtà partenopea.

Stanislao Leszczinski fu re di Polonia tra il 1704 e il 1735, ovvero fino a quando un’alleanza tra Russia, Prussia e Austria e capeggiata dallo zar sovietico Pietro il Grande non lo depose. Leszczinski era sposato con Maria, figlia del re di Francia Luigi XV e, in seguito alla sconfitta bellica, dovette accontentarsi di risiedere nel Ducato di Lorena, nella Francia nord-orientale. La vita di palazzo lì era lenta e tediosa e Stanisalo maturò una significativa passione per l’arte culinaria, prediligendo in particolare la pasticceria.

Secondo le narrazioni, a metà tra ricostruzione storica e fascinazioni romanzate, il già re di Polonia non aveva denti e faticava a ingerire il Gugelhupf, tipico dolce della regione dell’Alsazia che egli reputava troppo secco. Così, il duca si dedicò alla sperimentazione pasticcera e si servì di sciroppo e tokaji (tipico vino ungherese) per ammorbidirne la pasta. Secondo un’altra ricostruzione, decisamente più colorita e fantasiosa, Stanislao aveva un pessimo carattere e un giorno, in preda a un attacco di ira dovuto alla costrizione di ingurgitare l’ennesimo piatto di gugelhupf, scagliò il dolce su una credenza con una violenza tale da rompere una bottiglia di rum; il sovrano assaggiò il dolce raccogliendolo da terra e ne restò estasiato.

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Il nome ‘babà’, sarebbe stato scelto dallo scelto Leszczinski, in omaggio a uno dei suoi personaggi letterari preferiti, ovvero Alì Babà, protagonista delle Mille e Una Notte. Il dolce arrivò presto a Parigi per merito di Nicolas Stohrer, eccellente pasticcere che raggiunse la capitale insieme a Maria Leszczinska, figlia di Stanislao. Lì, le abilità dello chef permisero al dessert di diventare famoso in tutta la città e, nel giro di breve tempo, al di là dei confini locali.

Il babà giunse a Napoli solo diversi decenni più tardi, quando i monsù, gli chef a servizio dei nobili partenopei, si recarono direttamente a Parigi per apprendere le tecniche di preparazione del dessert. A Napoli, secondo quanto descritto dal cuoco Angeletti nel 1836, inizialmente il babà veniva preparato con ripieno di uvetta e zafferano, ingredienti non più presenti nella ricetta originale e sempre nella città campana acquisì la tipica e inconfondibile forma ‘a fungo’.

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